Notizie dal Rifugio

La lunga strada...

Zorro era un cucciolo bellissimo, tutto nero, con il pelo arruffato e tanta energia. I bambini lo adoravano. Poi, come sempre, i giochi di Zorro diventano troppo “invadenti” per la famiglia. Già i figli sono un impegno…figuriamoci un cucciolo di cane che mordicchia, distrugge oggetti e fa pipì ovunque…
Una storia come tante. E così, dopo essere stato relegato in balcone – storia triste e purtroppo sempre uguale -eccolo al Bau. Lui non capisce proprio cosa succeda, nello smarrimento più totale delle sue sbarre…

Victor non ha mai fatto del male a nessuno. Ha avuto la sfortuna di essere un cucciolo nero, un po’ timido e di nascere in una landa sfortunata per i cani. Forse sarebbe morto per strada, o forse no.

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NEVISCHIO_MILU

L'amicizia ha molti volti

Semplicemente guardare nella stessa direzione direbbe qualcuno.
Oppure condividere i momenti della vita
Per alcuni cani meno fortunati di altri che ancora non hanno trovato la loro famiglia – Molte volte senza un particolare perché ma semplicemente perché la fortuna per loro guarda da un’altra parte –
l’amicizia può essere condividere i momenti di gioco – sempre troppo pochi – e le lunghe ore in gabbia.

Nevischio lo sa bene.

Oggettivamente non c’è un perché lui sia ancora al Bau.
Certo, è un maremmano e dunque la sua indole istintiva è proteggere. E questo dovrebbe essere un pregio non un problema.
Lui è un cane buono ed equilibrato.
Ed ha accolto, confortato e aiutato ormai diverse cagnoline da quando è al Bau. Amiche e compagne del suo tempo in gabbia e in passeggiata che grazie a lui si sono sentite meno “sperse” nei primi tempi ed hanno acquistato sicurezza.
Eppure… tutte loro man mano trovano casa e lui è ancora al Bau.

Nevischio si è preso cura anche di Milù. Ma anche lei è stata fortunata ed ha trovato una sua famiglia, il calore, l’affetto.

Presto Nevischio avrà un’altra amica con cui condividere le sue giornate.
Che bella cosa però sarebbe questa volta scrivere un finale differente anche per lui.

Petalo, una storia

Nulla accade per caso. E cosi anche di una storia già scritta si può cercare di riscrivere il finale.

La storia di Petalo si perde tra le migliaia e migliaia di storie di cani – e non solo – violentati e brutalizzati da noi umani. Sfruttati, abusati e poi gettati via. O semplicemente ignorati.
Si, perché Petalo è semplicemente stato lasciato a morire in un recinto senza acqua e cibo a Mazara del Vallo, in Sicilia. Quando per puro caso è stato visto, solo lui sa da quanto tempo fosse lì.
Ed è strano ma quando l’ho visto per la prima volta in Rifugio non è stato il suo sguardo che mi ha colpito. Non questa volta. E’ stato il suo corpo martoriato ed emaciato. Il corpo sofferente di chi potrebbe avere 10 anni e più e invece ne ha solo 4 (forse)
Petalo ha cicatrici su tutto il corpo, bruciature e tagli sulla testa compatibili con le vanghe e altri attrezzi di quel posto lurido da cui è stato tolto. Guardarlo è assorbire una sofferenza che fa male.
E’ subito dopo aver letto tutto questo sul suo corpo che ti arrivano i suoi occhi.
Raramente il dolore estremo si sposa alla bontà come in Petalo invece è. Raramente il bisogno di affetto non si cela dietro la ritrosia e la paura. Ma Petalo riesce a racchiudere tutto ciò, a venirti incontro alla ricerca di coccole, a scodinzolarti, a farti le feste.
E pensi a quante volte hai già letto di cani che hanno subito di tutto e – nonostante tutto – dimostrano affetto a noi umani. E pensi a quante storie idiote leggi sui molossi, su questi cani “cattivi” che di cattivo spesso hanno solo l’essersi fidati degli uomini sbagliati.

Petalo non è un cane semplice. Il suo passato è sempre con lui. Ma lui ha anche tanta voglia di giocare, di correre, di darti tutto il suo affetto.
E noi siamo qui a sperare che questo finale possa davvero finire in una bella favola. Ancora una volta. Non avremo cambiato le sorti del mondo. Non avremo cambiato le sorti di tutti gli animali sofferenti. Lo sappiamo bene.
Ma avremo cambiato le sorti di Petalo.
E dato giustizia. Almeno una volta.

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Petalo
fotografo
sbarre
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Dall'altra parte dell'obiettivo...

L’Associazione ed il Rifugio vivono anche grazie ad un costante e preciso impegno che va al di là del (sicuramente importante)  “front end”.

Al di là dell’obiettivo:
Nel lavoro di chi realizza le immagini ed i video che ci servono a far conoscere i nostri cagnolini
Nel lavoro – terribile  -di chi deve “scegliere” (putroppo) a chi dare il benestare per essere accolto e chi no (perchè purtroppo bisogna essere concreti e non si possono accogliere tutti)
Nel lavoro difficilissimo della scelta delle famiglie a cui affidare i nostri piccoli.
Nel lavoro costante di chi segue le terapie, i veterinari, le cure di ogni giorno
Nel lavoro di chi –  da dietro un computer –  organizza tutti i turni per tutti i giorni  per tutto l’anno
Nel lavoro di chi ogni giorno si occupa di valutare e seguire i cani presenti e farli armonizzare tra di loro
Nel lavoro di chi si occupa della logistica: acquisti, manutenzione ordinaria e straordinaria
Nel lavoro di chi va in staffetta a recuperare gli animali in arrivo
Nel lavoro di chi aggiorna social, post, sito, affinchè i cagnolini abbiamo il massimo delle possibilità
Nel lavoro di chi si occupa della gestione fiscale, burocratica, legale e patrimoniale e spera ogni mese che i conti non finiscano in rosso.

In un grande insieme insomma… senza il quale il Rifugio non potrebbe esistere!

Raccontiamo la speranza

Le videoadozioni, gli appelli , i racconti parlano di loro. Dei nostri piccoli.
Raccontiamo la loro vita (che spesso non conosciamo)
Raccontiamo le loro paure (ma non solo i cani di canile ne hanno…)
Raccontiamo la realtà che non è fatta di cani perfetti (come non è perfetto nessuno di noi umano) ma di esseri viventi con paure e aspettative, amori e dissapori.
Raccontiamo le loro e nostre speranze nel non dover ripetere il racconto per qualcuno di loro alla volta successiva.

L’Associazione Liberi Tutti collabora con l’ Associazione Bastardini da molte anni e molti dei piccoli da loro seguiti sono ospiti del Rifugio

Ciao Carletto

Nel 2013 abbiamo accolto la richiesta di aiuto di una volontaria di Acerra per un cagnetto disabile che abbiamo chiamato Carletto. Purtroppo lo scorso 19 luglio il nostro Carletto si è addormentato da solo sotto il suo albero preferito – in giardino – da Ernesta, la signora che lo aveva adottato.
Carletto rimarrà per sempre nei nostri cuori insieme ad Ernesta che l’ha accolto nella sua casa e lo vogliamo ricordare con le parole della nostra volontaria Giovanna…

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